E-commerce: dazi sulle importazioni sotto i 150 euro, Aicel approva
La modifica del regime di acquisti online rappresenta per AICEL (associazione Italiana commercio elettronico) “un’opportunità importante per promuovere maggiore trasparenza, una reale semplificazione operativa e una parità di condizioni concorrenziali”.
Avanzata dalla Commissione Europea a inizio 2025, il 13 maggio, la proposta di modifica del regime online ha ottenuto il benestrare di Italia e Francia. La novità sostanziale introdotta da questo cambiamento è l’imposizione di dazi a merci importate per un valore inferiore ai 150 euro.
La modifica del regime degli acquisti online va nella direzione di limitare la circolazione di merci a basso costo provenienti soprattutto dai paesi asiatici e di armonizzare le regole in materia di e-commerce.
In una nota stampa diffusa da Aicel il presidente Andrea Spedale afferma inoltre che la proposta di introdurre i dazi sulla merce con un valore inferiore ai 150 euro rappresenta «un passo fondamentale in un contesto caratterizzato dalle nuove dinamiche dell’era digitale e dalla forte crescita del commercio elettronico transfrontaliero».
Per il presidente Spediale, un sistema doganale modernizzato e ben calibrato può «rappresentare un volano per lo sviluppo di un e-commerce competitivo, innovativo e basato su regole certe, offrendo nuove e concrete opportunità di crescita internazionale per le imprese italiane e per l’intero ecosistema digitale europeo. L’effetto principale è di ristabilire le condizioni di concorrenza leale tra gli operatori europei ed extraeuropei, ponendo fine a una distorsione del mercato che fino ad oggi penalizzava le imprese comunitarie».
Altri due aspetti su cui Aicel richiama l’attenzione nell’ambito del rinnovamento del codice doganale riguardano l’istituzione di una piattaforma digitale unica a livello europeo, che consenta di superare la frammentazione burocratica che grava sulle imprese facilitando la gestione fiscale, e l’attribuzione di responsabilità alle piattaforme di e-commerce in qualità di importatori ufficiali (Deemed supplier).
«Una modifica che può migliorare la trasparenza dei costi per i consumatori finali e contribuire a una maggiore responsabilizzazione degli operatori del commercio. A vantaggio del contrasto a fenomeni di elusione e sotto dichiarazione. Tuttavia è assolutamente necessario che il processo di implementazione della riforma consideri attentamente le peculiarità operative delle imprese, con una specifica attenzione alle PMI, spina dorsale del nostro tessuto economico e motore di innovazione nel settore digitale. Innanzi tutto, riteniamo siano necessarie tempistiche di adeguamento sostenibili che permettano alle PMI di aggiornare i propri sistemi digitali e logistici, formare il personale e adeguarsi alle nuove procedure senza incorrere in sanzioni o interruzioni operative che ne comprometterebbero la competitività. Inoltre, è imprescindibile prevedere strumenti di supporto operativo e formazione mirata nella fase di transizione. Infine, l’onere degli adempimenti doganali e fiscali derivanti dalla riforma deve essere proporzionato alla dimensione e alla capacità amministrativa delle imprese. È cruciale evitare che micro e piccole imprese si trovino a sostenere costi e complessità burocratiche tali da penalizzarle significativamente rispetto ai grandi operatori internazionali, limitandone la capacità di crescita e di accesso ai mercati globali».
