Confindustria Moda: “La lotta all’illegalità nella filiera non diventi spettacolo mediatico”
Il 4 dicembre, in seguito alle notizie circolate in merito alle attività della Procura di Milano sul tema del caporalato nella filiera della moda, Confindustria Moda e Confindustria Accessori Moda hanno diffuso una nota congiunta in cui se da un lato confermano “la necessità di contrastare con fermezza ogni forma di illegalità lungo la catena del valore del settore”, dall’altro esprimono forte preoccupazione per “la crescente spettacolarizzazione mediatica che rischia di generare un danno profondo e ingiustificato all’immagine e conseguentemente all’economia dell’intero settore”.
La nota congiunta delle due associazioni ribadisce come la tutela della dignità dei lavoratori, della legalità e della trasparenza sia “un valore comune imprescindibile nella difesa di un comparto strategico del Made in Italy, riconosciuto in tutto il mondo per eccellenza, qualità e creatività”. Tuttavia “l’esposizione pubblica di brand e aziende, in fasi preliminari e non conclusive delle indagini, rischia di compromettere la reputazione di un comparto che rappresenta uno dei pilastri dell’economia nazionale, dell’export e dell’identità culturale del Paese. Tutto ciò si presta, inoltre, a facili fraintendimenti da parte dei media internazionali, generando un’eco negativa”.
Il diffondersi di notizie relative ad alcune presunte irregolarità lungo la filiera della moda avviene in un momento storico difficile per il settore. Come più volte evidenziato anche da Federazione Moda Italia-Confcommercio dal 2021 in Italia hanno chiuso 23.000 punti vendita nel comparto moda. “In un contesto così fragile, operazioni mediatiche così forti e non proporzionate aggravano ulteriormente le difficoltà già esistenti, generando sfiducia nei consumatori nazionali e internazionali, negli investitori e nell’intera filiera”, continua la nota congiunta di Confindustria Moda e Confindustria Accessori Moda.
Non è secondario ribadire come le due associazioni siano da tempo impegnate in prima linea, al fianco delle autorità competenti, nell’ideazione ed elaborazione di sistemi di controllo, audit e monitoraggio validi ed efficaci da implementare nella filiera e nel sostenere percorsi di legalità e responsabilità sociale. Inoltre, hanno partecipato da subito al processo legislativo per la creazione di una certificazione unica di conformità delle filiere della moda, finalizzata ad incentivare la legalità nel settore.
“È tuttavia essenziale che questo impegno e il conseguente mutamento che ne seguirà si esplichi in un clima che non comprometta ingiustamente un patrimonio industriale e culturale che appartiene a tutto il Paese. Le associazioni chiedono pertanto equilibrio, responsabilità e rispetto del lavoro di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori, affinché la doverosa lotta all’illegalità non si trasformi in un mero spettacolo mediatico, atto a procurare un danno irreparabile a una filiera che contraddistingue il valore del Made in Italy nel mondo”.
