Moda: l’innovazione passa dal Piano Strategico Industriale 2035

Da sinistra: Silvana Pezzoli, vice presidente, Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda, Giorgio Maria Bergesio, senatore e Gianfranco Di Natale, direttore generale di Confindustria Moda
Garantire la competitività e la sostenibilità del sistema moda italiano, coinvolgendo tutte le componenti produttive, dal tessile-abbigliamento alla pelle, dalla calzatura agli accessori: è questo l’obiettivo del Piano Strategico Industriale 2035, realizzato da Confindustria Moda e Confindustria Accessori Moda con il supporto scientifico di LIUC Business School.
Attualmente ancora in fase di studio il programma punta a costruire una filiera moda sostenibile, tecnologica e circolare, mantenendo la leadership mondiale del Made in Italy.
La presentazione al Senato
L’11 novembre, il Piano Strategico Industriale 2035 è stato presentato presso la sala “Caduti di Nassirya” del Senato della Repubblica, durante l’incontro “Trasformare la moda Made in Italy per rafforzare la sua leadership mondiale”, promosso su iniziativa del senatore Giorgio Maria Bergesio e organizzato da Confindustria Moda.
Durante l’evento, Confindustria Moda, tramite il presidente Luca Sburlati, ha evidenziato i rischi che incombono sulla filiera, qualora non vengano attuate misure strutturali di sostegno e innovazione. Entro il 2030, infatti, il settore potrebbe registrare una perdita di 19 miliardi di fatturato, 35.000 posti di lavoro e 4.600 imprese.
Le criticità del settore e gli obiettivi futuri
Molteplici le criticità del comparto, tra queste si distinguono la crisi di liquidità e la difficoltà di accesso al credito; la concorrenza dell’ultra fast fashion, che mina il valore del Made in Italy; la pressione regolatoria europea e la mancanza di strumenti simmetrici di supporto; il ricambio generazionale e la formazione delle nuove professionalità; l’aumento dei costi energetici e logistici e il rischio di delocalizzazione delle produzioni a monte della filiera.
Il Piano Strategico Industriale 2035 prevede sette capitoli d’intervento, che spaziano dalle misure urgenti di sopravvivenza alle azioni di medio-lungo periodo per l’innovazione e l’internazionalizzazione. Tra le priorità individuate un posto di primo piano spetta al rifinanziamento di strumenti di liquidità e cassa integrazione; l’approvazione del decreto attuativo EPR tessile; l’stituzione di un Polo dell’Innovazione e del Made in Italy a Parigi.
