Eurojersey migliora le performance ambientali, lo conferma la nuova certificazione Pef
I tessuti Sensitive Fabrics di Eurojersey sono stati oggetto di un aggiornamento della Pef (Product Environmental Footprint), certificazione europea che misura in modo dettagliato l’impatto ambientale di prodotti e servizi attraverso 16 indicatori fra cui l’impronta di carbonio, l’impronta idrica ed energetica.
Eurojersey è stata la prima industria del settore tessile a dichiarare la propria impronta ambientale con questa modalità e ad aprile 2019 Certiquality, ente certificatore terzo, ha conferito all’azienda la certificazione, relativa ai dati di stabilimento del 2017. L’aggiornamento della Pef, rilasciato a dicembre 2020 e relativo ai dati del 2019, misura così non solo l’impronta ambientale dell’azienda ma anche i miglioramenti conseguiti rispetto al biennio precedente.
Il sistema di valutazione della certificazione Pef si basa su criteri e parametri già testati, che consentono alle aziende di identificare i propri punti critici sotto il profilo della sostenibilità e di definire le possibili misure di ottimizzazione produttiva e riduzione dell’impronta.
Nello specifico, i risultati dello studio sulla gamma di tessuti Sensitive Fabrics tinti e stampati hanno evidenziato una netta riduzione degli impatti sull’impronta di carbonio ed energetica grazie all’efficientamento della centrale termica nel 2018, con riduzione dei consumi di metano e delle emissioni associate alla produzione di calore e alla sostituzione della nuova RAM a luglio 2019. L’incremento dell’impronta idrica è associato, invece, al cambio di mix energetico per la produzione di energia elettrica: nel 2017 era tutto eolico mentre nel 2019 la fonte energetica principale è diventata idroelettrica. Tale aumento è visibile nei dati relativi al processo di tintura perché nel processo di stampa sono stati sviluppati interventi di efficientamento dell’utilizzo della risorsa idrica nella fase di lavaggio che hanno consentito una riduzione dell’incidenza di circa il 30%.
