Moda: nasce la certificazione di conformità della filiera produttiva
Anche il settore moda ha il suo sistema di certificazione di conformità della filiera produttiva.
Nella giornata del 14 ottobre, infatti, è arrivato il via libera della Commissione IX del Senato, al primo pacchetto di misure per il settore moda nell’ambito del Disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese.
Gli emendamenti, presentati in collaborazione con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, istituiscono il sistema di certificazione su base volontaria che permetterà di verificare sia la regolarità contributiva, fiscale e giuslavoristica delle imprese lungo tutto il processo produttivo, dalla capofila sino ai subfornitori, sia l’assenza di condanne o sanzioni per i titolari o amministratori in materia di lavoro e sicurezza.
La certificazione avrà durata annuale e sarà rinnovabile previa verifica dei soggetti accreditati, anche tramite audit in produzione
Elemento innovativo del sistema di certificazione della filiera produttiva della moda è l’obbligo di inserire nei contratti di filiera clausole che assicurino il rispetto della normativa anche da parte dei subfornitori. Le capofila, al momento della stipula, dovranno acquisire la documentazione di regolarità contributiva e fiscale, garantendo trasparenza lungo l’intera catena.
Per ottenere la certificazione, le imprese dovranno adottare un modello organizzativo di prevenzione dei reati sullo sfruttamento del lavoro (D.Lgs. 231/2001).
Infine, presso il Mimit sarà istituito un registro pubblico delle certificazioni. Le imprese certificate potranno utilizzare la dicitura “Filiera della moda certificata” nelle attività promozionali. L’uso improprio sarà sanzionato dall’AGCM-Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con multe da 10.000 a 50.000 euro.
«La reputazione dei nostri brand è oggi sotto attacco, in Italia come all’estero», ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso «Siamo in campo con misure concrete per difendere con fermezza la moda italiana, per proteggerne la reputazione e i valori che l’hanno resa sinonimo di bellezza, qualità e autenticità: il Made in Italy che il mondo ammira e che abbiamo il dovere di tutelare e rendere ancora più forte anche sul piano della legalità».

