Tavolo della Moda: Confindustria chiede un piano industriale di medio/lungo periodo

Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda
Attuazione del Piano Italia per la Moda, approvazione del decreto EPR tessile, rafforzamento immediato delle misure sulla legalità, continuità degli strumenti di sostegno al reddito, in particolare per le PMI. Sono stati questi i quattro punti principali all’ordine del giorno del Tavolo della Moda che si è svolto il 22 luglio al ministero delle Imprese e del Made in Italy.
L’intervento di Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda
Nel corso dell’incontro, Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda, ha ribadito la necessità urgente di una visione industriale di medio-lungo periodo per il comparto tessile, abbigliamento, moda. Nel suo intervento, Sburlati ha apprezzato l’avanzamento delle proposte nel Piano Italia per la Moda e l’avvio di politiche industriali volte a promuovere aggregazione, innovazione ed export a sostegno di un settore prioritario per la manifattura del nostro Paese. Ha inoltre accolto con favore la proposta del ministro Urso relativa al credito d’imposta per creatività, prototipia e sviluppo dei campionari, auspicando però che la misura diventi strutturale, con un minimo del 10% per incentivare in modo stabile gli investimenti in innovazione da parte delle imprese.
«Il sistema moda ha bisogno di un piano di medio-lungo periodo, non solo di interventi emergenziali», ha affermato durante il suo intervento. «I dati relativi ai primi quattro mesi del 2025 sono allarmanti: l’export registra un calo superiore al 3,3%, mentre l’import cresce del 5,6%, con un’impennata del +24% dalle sole importazioni cinesi. Questo si traduce in una perdita vicina al 10% della nostra bilancia commerciale nel comparto tessile-abbigliamento, senza considerare ancora l’impatto dei potenziali dazi USA: una cifra enorme».
Al Tavolo della Moda, riflettori sul Piano Italia per la Moda
Il presidente di Confindustria Moda ha poi ribadito come sia fondamentale che il Piano Italia per la Moda «coinvolga i numerosi distretti presenti in quasi tutte le regioni italiane, autentico pilastro del Made in Italy, e comprenda anche il commercio, che deve tornare a essere il portabandiera dei prodotti italiani, come discusso con Federazione Moda-Confcommercio. L’intera filiera italiana va difesa e sostenuta».
Durante il Tavolo della Moda, la confederazione degli industriali ha anche chiesto la rapida approvazione del decreto relativo all’EPR tessile (Responsabilità Estesa del Produttore), per attivare la trasformazione circolare della filiera.
Lotta al lavoro irregolare e allo sfruttamento
Al centro del confronto anche la lotta al lavoro irregolare e allo sfruttamento, tema particolarmente sensibile dopo i recenti fatti di cronaca. Sburlati ha evidenziato l’urgenza di rafforzare gli strumenti di prevenzione e controllo: «Legalità significa difendere l’identità economica e sociale della moda italiana. Confindustria Moda ha già promosso un protocollo inter associativo per la trasparenza negli appalti e intende estendere la collaborazione con le autorità competenti e le parti sociali. Lavoro regolare, tracciabilità e compliance devono diventare standard sistemici per il settore, a tutela del nostro brand più prezioso, il Made in Italy. Un protocollo nazionale di auditing unico non è solo auspicabile ma necessario e urgente. Noi non ci rendiamo conto ma abbiamo un attacco anche dall’estero e dobbiamo salvaguardare le 40.000 imprese e il mezzo milione di persone che lavorano nel nostro comparto in modo regolare e trasparente ogni giorno».
Infine, apprezzamento è stato espresso per le misure contenute nel DL 92/2025 che prevedono la proroga di 12 settimane della cassa integrazione con procedure semplificate. Un provvedimento che seppur parziale, va nella direzione di rispondere concretamente al bisogno d flessibilità per le imprese del comparto.
