EPR Tessile, in vigore in Italia entro il primo trimestre 2026

foto: sito ministero Ambiente e della sicurezza energetica
In Italia l’EPR Tessile (Responsabilità estesa del produttore), la normativa europea che renderà i produttori responsabili della raccolta, del riciclo e dello smaltimento degli abiti a fine vita, entrerà in vigore nel primo trimestre del 2026.
L’annuncio di D’Aprile
Lo ha annunciato Laura D’Aprile, direttrice del dipartimento per la Transizione Ecologica del ministero dell’Ambiente, durante il Venice Sustainable Fashion Forum 2025, svoltosi il 23 e 24 ottobre sull’Isola di San Giorgio.
«Lo schema di regolamento è già stato sottoposto alle associazioni di settore e concertato col ministero delle Imprese. Ed è nella fase di ultima revisione da parte degli uffici legislativi», ha dichiarato Laura D’Aprile durante il forum organizzato da Confindustria Moda, The European House Ambrosetti e Confindustria Veneto Est. «Oggi nel settore c’è una criticità perché viene raccolto solo il 12% di ciò che viene immesso al consumo. Occorre sviluppare una rete di raccolta tenendo conto dei fabbisogni della filiera del riciclo e del riuso».
La risposta dei consorzi
All’annuncio di D’Aprile, Retex.Green, il consorzio del sistema Safe – Hub Consorzi per le Economie Circolari dedicato al settore tessile–moda, e altri consorzi dei produttori hanno accolto con favore l’impegno del Governo sottolineando di essere pronti a fare la propria parte anche in termini di nuovi investimenti. Come evidenziato da Retex.Green nella sua newsletter: “Un assetto normativo stabile, coerente e pienamente operativo è fondamentale per garantire una gestione efficiente dei rifiuti tessili e consolidare la leadership nella sostenibilità della filiera nazionale, a patto che tale cornice regolatoria venga celermente definita”.
Per questo i consorzi, e le imprese da essi rappresentate, hanno ribadito l’importanza della tempestiva pubblicazione del decreto per l’EPR dei prodotti tessili, essenziale per pianificare investimenti, innovare i processi, adottare le migliori best practice in termini di tracciabilità e trasparenza della gestione dei rifiuti, ma soprattutto allinearsi agli obiettivi di economia circolare delle strategie unionali.
